L’ipovisione condiziona e limita molti aspetti della vita quotidiana a causa di un’acutezza visiva o di un campo visivo assai ridotti, che possono essere congeniti oppure acquisiti a seguito di patologie legate principalmente a cornea, retina (degenerazione maculare senile e giovanile, retinite pigmentosa) e nervo ottico (glaucoma avanzato), ma anche albinismo, diabete e toxoplasmosi. La visione del paziente ipovedente può degenerare fino alla cecità, parziale o totale, rendendo molto difficile lo svolgimento di attività apparentemente semplici come leggere libri e giornali, fare lavori di cucito o piccole riparazioni da vicino.
Vi sono diversi livelli di classificazione per distinguere le condizioni di visione ridotta o assente: la cecità totale o amaurosi (l’occhio non percepisce la luce); la cecità funzionale (l’occhio percepisce la luce ma non riesce a percepire le forme); la cecità legale (la percezione è tale da non consentire l’autonomia del soggetto); l’ipovisione grave, medio-grave e lieve (residuo visivo da 1 a 3/10 in entrambi gli occhi, residuo perimetrico binoculare inferiore al 30, 50 e 60%).
I disturbi da ipovisione vanno dalla visione sfocata alla restrizione del campo visivo fino alla comparsa di macchie scure.
Ausili ottici ed elettronici volti a creare sulla retina un’immagine ingrandita o ad allargare il campo visivo, consentono in taluni casi di ristabilire un certo grado di normalità della visione restituendo al paziente un’accettabile qualità di vita; per questo il residuo visivo deve essere sfruttato al massimo.
In caso di ridotta acuità visiva, il metodo correttivo consiste nell’utilizzo di sistemi ottici e non ottici che restituiscono diversi livelli d’ingrandimento (telescopio galileiano, telescopio kepleriano, telescopio ad occhio d’ape e sistemi ipercorrettivi per lettura).
In caso di riduzione del campo visivo, i metodi correttivi (telescopi invertiti, prismi, specchi, lenti anamorfiche) consentono di aumentare l’angolo del campo visivo ma tendono altresì a ridurre l’acuità visiva.
Indipendentemente dall’età, che non ha un’influenza considerevole sul successo dell’ausilio applicato, è fondamentale per il soggetto ipovedente adottare accorgimenti comportamentali e ambientali tali da rendere più efficace possibile la soluzione scelta.